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19 gennaio 2006

.iNVERNALE "dE nOANTRI"..

(*)

Tra festività finalmente consegnate agli archivi e incipienti crolli di anticicloni, il w.e. appena trascorso ha visto prendere vita la seconda manche del Campionato Invernale Snipe di Santa Marinella, cominciato con ben due giorni di regate.

Ed è stato così che già al sabato, nonostante la giornata semi-festiva e la concomitanza con l’inzio dei “Saldi” nella Capitale, ben 15 snipe si sono presentati sulla linea, determinati a regatare e a liberarsi di qualche caloria accumulata di recente, e premiati da una giornata di sole, brezza e acqua piatta assolutamente da incorniciare.

Si regata dentro quel che resta della tramonta anticlonica, mixata per l’occasione con la termichetta invernale da NW, tipica delle giornate di sole a Capo Linaro.
L’intensità del vento raggiunge raramente i 3m/sec, si va piano, quando non ci si ferma nei frequenti buchi, a vederlo dall’alto il campo di regata è maculato dalle piccole zone di maggior pressione, il gioco si risolve nell’usare un refolo per raggiungerne un altro. Più abile di tutti sarà Stefano Fusco, che prenderà la testa della flotta all’incirca a metà regata, rimanendovi fino all’arrivo, tallonato da Don Claudio e Donna Gabriella, lieti della notevole velocità ritrovata con aria leggera.
Nelle retrovie succede di tutto, a momenti la regata rischia di venire annullata per una perdurante patana sulla prima di bolina, interrotta da un provvidenziale, seppur tardivo, refolo d’aria che scioglie l’ingorgo e rimette in moto le barche.


Alla domenica la tiepida giornata mediterranea di sabato è purtroppo un ricordo, in meno di 24 ore il Golfo di Santa Marinella ha completamente cambiato d’abito, offrendosi ai convenuti in livrea “baltica”: acqua sempre piatta, ma cielo e mare grigi.
Il tanto atteso scirocco, che avrebbe dovuto indicare la definitiva conclusione del regime anticiclonico degli ultimi dieci giorni, non si è fatto vedere, tanto meno il correllato lieve aumento delle temperature.
Al suo posto una ventilazione orientale che, assieme al cielo coperto, ha contribuito ad un sensibile abbassamento della temperatura percepita.
Si esce in orario, fuori dalla diga si sfila davanti ad una chiatta ed al rimorchiatore che le fa da chioccia, manca solo un peschereccio con la prua alta o un battello postale rosso-corse, ed il quadretto baltico, almeno cromaticamente, sarebbe perfetto.

La partenza viene posta proprio fuori dal Porto Odescalchi, la boa di bolina verso Santa Severa, leggermente più in terra dell’omonimo Castello, la direzione del vento è all’incirca per 075°, più Levante che Grecale, un vento “strano”, di transizione, il che potrebbe voler dire scirocco in arrivo, ogni tanto entra anche qualche treno di onde da SE, ma sono troppo sporadiche per essere credibili ed il vento di transizione si rivela decisamente titubante, reso ancora più caotico dalle montagne dalle quali scende, così la transizione non si compie e le raffiche da sinistra sembrerebbero premiare il bordo a terra, e lo fanno, ma non sempre.

La prima regata del giorno parte con i migliori auspici di mal di testa. Le raffiche sembrano entrare da sinistra, il gruppo di testa si dirige a terra, ma chi va a terra troppo presto trova anche dei bei buchi, in molti così si sbrigano a riguadagnare il centro del campo, dove non mancano le zone di minor pressione, anche se meno estese.

Alla prima boa di bolina la flotta si è già frantumata tra i refoli ed i buchi di vento, il primo gira con un distacco significativo, di poppa la situazione si presenta ancora più complessa, si tratta di cercare di accellerare e mantenere l’apparente il più possibile, ma con il cielo grigio e l’acqua pure non c’è modo di distinguere le raffiche.
La prova si conclude nelle medesime condizioni, con la sensazione di un ulteriore calo nell’intensità del vento.

Tempo di aspettare le procedure per la seconda partenza, qualche refolo più deciso sembra attraversare il campo, nulla di significativo, non c’è bisogno delle cinghie, ma almeno si comincia a stare seduti sopravvento.

Il CdR non sta certo a perdere tempo, viene data la seconda partenza, di nuovo il primo bordo é a terra, ma sempre con molta attenzione e tornando subito verso il centro del campo.
In effetti c’è un po’ più di pressione che durante la prima prova, soprattutto sul lato destro del campo, cioé a largo, ma le raffiche, quando entrano, continuano ad entrare da sinistra, così chi va a destra guadagna qualcosa in velocità ma si ritrova a girare in tondo attorno alla boa, e la flotta si frammenta di nuovo.

Alla prima boa di bolina la pressione tiene ancora, la prima metà della poppa è ancora un poppa, poi comincia a calare tutto di nuovo, e si comincia ad orzare per non perdere l’apparente e la tentazione, di nuovo, è portarsi verso terra, da dove sembrano continuare ad entrare le raffiche, ormai sporadiche.

L’ultima bolina è di nuovo un’agonia, l’ondina entrata da SE complica le cose, soprattutto mure a dx.
La massima concentrazione è per cercare di non fermarsi, diversi a fine regata ammetteranno che erano così concentrati sulla conduzione dal perdere di vista il “dove” condurre.

Sotto costa si soffre, soprattutto per la prima metà dell’ultima bolina, mentre a largo sembra ci sia sensibilmente più pressione, ma è solo un impressione, perchè passata la metà della bolina il vento crolla ovunque, chi si era portato a destra, in cerca di maggior pressione, ha difficoltà enormi a rientrare, mentre quelli a sinistra riescono ad infilarsi in qualche striscia d’aria che ancora rotola dai Monti della Tolfa, quanto basta per chiudere sulla boa di bolina, saggiamente convertita in arrivo dal CdR, con percorso accorciato.

photo courtesy of Cattelan



Purtroppo non ci sono refoli che tengano, il crollo del vento ha prodotto una messe di DNF per “fuori tempo limite”, alcuni di una manciata di secondi, una brutta beffa dopo un inseguimento azzardato ma riuscitissimo.

Al rientro come sempre buffet per i partecipanti e chiacchiere da scivolo, con la serafica ammissione che oggi era solo una questione di “fortuna”, in tutte le relative accezioni.

Una due giorni di regate assolutamente positiva quindi, per la soddisfazione degli Organizzatori, del CdR e dei partecipanti.

Da sottolineare, oltre al consistente numero di barche scese in acqua, la presenza di barche nuove e soprattutto di nuovi equipaggi, arrivati alla Classe passando proprio per la porta forse meno “confortevole”, per l’appunto quella invernale, ed entusiasti dei loro primi bordi sul beccaccino, a riprova di come lo snipe non conosca letargo e di quanto l’attività invernale sia e rimanga una risorsa fondamentale per la vitalità Classe, nonostante il fatto che in molti si rifiutino di considerarla tale o che semplicemente non riescano a comprenderlo.. peggio per loro, noi altri intanto continuiamo ad andare in barca.

Prossimo appuntamento 12 febbraio, abbiamo tre settimane per far sfogare “depressioni atlantiche” e “ondate di gelo siberiano”, tanto per usare due cliché meteotelevisivi, alla fine delle quali staremo ad incrociare le dita.

Se qualcuno a questo punto si stesse ancora chiedendo dove siano le relative classifiche, potrebbe solamente volere dire che non sia pratico di questa colonna, altrimenti saprebbe che le classifiche sono sempre altrove, ossia sui siti istituzionali, qualcosa dovremmo lasciare anche a loro, no?!
Quindi, chi per chi proprio non riuscisse a farne a meno, ecco la Classifica aggiornata del Campionato Invernale Snipe di Santa Marinella

(*) la foto in testa al post non é di Santa Marinella, ma di un’altra località di mare (atlantica), serve solo a dare una boccata-visiva d’aria salmastra. Ad ogni modo non abbiamo idea di chi sia il tizio che cammina su quella spiaggia deserta, anche se, visto il generale contesto, non é da escludere che possa essere uno di quelli finiti DNF per pochi secondi, domenica scorsa..

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