Le 30 ore di stazze in 3gg non sono state leggere, ma la
panoramica è stata praticamente totale, ed estremamente istruttiva, e non mi
riferisco esclusivamente ai materiali..
..c'erano vele che profumavano ancora di
plotter, ed altre indegne anche dell'ultima delle sociali di fine stagione.. mi
riferisco soprattutto alla famiglia umana, che spaziava dal manzo-palestrato
muscoli&nervi in carbonio, al turista caciarone, all'attempato veleggiante
della domenica.
Ed è stato utile vedere da vicino un Mondiale, o almeno
l'approssimarsi di un.. perchè finalmente, dopo tanti anni spesi a dire che il
Mondiale vada reso OPEN, ho potuto toccare con mano le ragioni di quanti invece
sostengano il contrario, e mi sono ricreduto: avevo torto, hanno ragione loro.
Sia chiaro, tutta la menata che il Mondiale chiuso, ed il relativo sistema di
qualificazione, servano a mantenere alto il livello tra i partecipanti e a
mettere in condizione i qualificati di sapere d'essere tali per tempo è, per
l'appunto, una menata, gigantesca per giunta.
E lo è perchè per questo Mondiale ci sono stati equipaggi
convocati a meno di due settimane dall'evento (alla faccia del largo anticipo)
mentre lo scorso week end per Talamone ne giravano, di equipaggi, che probabilmente
verrebbero macellati anche alla già detta sociale di fine stagione..
La ragione per cui il Mondiale vada assolutamente tenuto
chiuso è un'altra, forse più semplice, magari meno "spendibile"
pubblicamente, ma una volta che la si veda in azione non la si può non
condividere: il sistema di selezione serve a demarcare una linea, a creare una
sperazione in un insieme, definendo così all'interno dello stesso un'elite, e
questo è assolutamente fondamentale perchè aiuta a tenere vivo l'interesse e
l'attaccamento alla Classe tra i praticanti della stessa, tanto tra chi faccia
parte dell'elite quanto tra chi ambisca a farne parte.
Se il Mondiale fosse open sicuramente avrebbe meno appeal tra
gli 83 equipaggi che in questo momento sono a Talamone, così come tra tutti gli
altri che avrebbero voluto esserci senza riuscirci non essendosi selezionati.
Sul criterio che poi venga usato per definire tale elite si
potrebbe fare mattina, e comunque sarebbe un mero esercizio accademico perchè
un criterio "equo" non può esistere ovviamente, ma soprattutto un
criterio equo non serve: non conta il metodo, conta l'output.. e un sistema di
selezione, a prescindere dalla sua natura, o che venga applicato in Brasile o in
Croazia, è cosa buona perchè garantisce l'output, ossia una cesura tra chi e
chi non.. e questo è fondamentale, perchè una delle più grandi verità, forse la
più grande verità mai pronunciata nello sport fu pronunciata proprio nella vela,
e si applica perfettamente all'idea di un'elite in quanto tale esclusiva: non c'è secondo, Maestà.
..
PS: e comunque il dover pisciare dalla scogliera di Talamone rimane, inconfutabilmente, un privilegio..
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