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30 luglio 2014

..aNTONIO tALKS: cAMPITALIANO sNIPE 2014..



Tornare a Bracciano è sempre un piacere: il posto è bello, la gente ospitale, anche se un po' caciarona, l'acqua del lago calda e si mangia benissimo. Le regate poi sono sempre belle: il vento non è mai troppo, ma neppure troppo poco, non è regolarissimo, ma il lago è tondo e il ponentino talvolta fa le bizze, ma ci si diverte sempre.





Ci si diverte meno però se il CdR decide di mettere il campo di regate DI FRONTE al lungolago di Anguillara, con il Pizzo (la collina che sovrasta la cittadina) ad incombere sulle barchette e a creare salti, raffiche, guadagni e perdite non facilmente prevedibili o immaginabili. Almeno per me e Alessandro, che i ci troviamo molto in difficoltà. I migliori invece sembra che capiscano tutto e sono, come al solito, davanti. Probabilmente MeteoPiazza, a suo agio in quelle condizioni tipicamente ledrensi, avrebbe fatto un figurone. Solerio e Simonetti giganteggiano, ma si difendono bene anche Bruni- Collotta, i campioni stranieri che rispondono ai nomi di Hens e Grodem e i Rocchelli. Della nostra zona molto bene anche Schiaffino, sempre nei primi 10, e un po' alterno Paolino Lambertenghi che imbarca il cugino Yuri a prua. Il secondo giorno la situazione del vento non cambia, l'argentino Costa infila due secondi, Solero rifiata un po' (4-4), Grodem arranca, Paolino si rivede (6-3). Noi come il giorno prima: quando facciamo bene la prima bolina regatiamo con i migliori, quando sbagliamo siamo costretti a recuperi affannosi, e così in cinque prove collezioniamo un 18-19-21 che sembrano pessimi, ma considerando che si partiva dal 35-40 della prima bolina c'è di che essere ottimisti sulle possibilità future. In progresso invece le Pink ladies, che dopo aver chiuso la flotta nelle prime tre regate, si tolgono la soddisfazione di lasciare qualche barca dietro di loro nelle ultime due.
La crisi morde e lo si vede guardandosi in giro: i partecipanti sono 46 (ma 7 sono stranieri, anche quest'anno non raggiungiamo i 40 italiani presenti), dal Lazio tanti concorrenti, dalle zone più lontane pochi (uno solo dalla Liguria, quattro da Trieste, tre da Ledro e Pescara, solo due - vergogna mi vien da dire, dalla Velica, la flotta più numerosa d'Italia); l'organizzazione è accurata, ma l'unico evento sociale è una cena il venerdì, non ci sono stati soldi né per organizzare l'italiano juniores - che dovrebbe essere il preludio all'assoluto - né per pagare lo stazzatore per tutta la durata della manifestazione. Di barche e vele nuove solo qualche traccia.
La crisi si percepisce anche durante l'assemblea dei capitani, nella quale prevale la linea della conservazione della situazione e delle abitudini in essere, con poche idee e il calendario pesantemente condizionato dal mondiale di Talamone. Uniche fiammate, la proposta di Longhi di dare una scossa ai capitani di flotta per fare più promozione locale e quella di eliminare il giorno di stazza per ridurre i costi del campionato, dando il compito agli stazzatori di flotta di verificare che le barche che intendono partecipare siano in regola. Ho una strana sensazione di deja vu... forse è l'età e il fatto che ormai sono da quasi quarant'anni nella classe, ma ho la netta impressione che queste parole non siano originali.
Il sabato riposo. Non voluto, ma imposto da condizioni meteo piuttosto perturbate: il CdR ci prova, con fatica posa un campo di regata plausibile, ma ad un minuto dalla partenza saggiamente annulla dopo che il poco vento ha girato di 40° per l'ennesima volta. Il rientro al traino è solo il preludio della miglior pasta "cacio e pepe" mai mangiata: da sola ripaga i 1200 km percorsi.
Con queste premesse il discorso per il titolo si chiude in anticipo, la regata di domenica, finalmente disputata un po' più in mezzo a questo posto che essendo tondo ha tanto spazio, incorona Solerio e Simonetti per l'ennesima volta campioni, ma Bruni e Collotta agguantano il secondo in generale davanti ad Hens-Michel, Grodem-Borgem e Miguel Costa - De Santis. Sesti, e terzi degli italiani, i locali Nocera - Ferrone che ai più non dicono molto, ma se si va a spulciare il loro curriculum si capisce come abbiano fatto a precedere affermati campioni come Longhi, i Rockets, Fantoni e Lambertenghi che fiscono nell'ordine. Noi ci portiamo a casa un 15° che lascia ad Alessandro un po' di delusione dentro, ma che in fondo, guardando chi è finito davanti, non è poi male tenuto conto che era il timoniere più giovane del campionato. Solo tre, purtroppo, gli equipaggi completamente juniores in gara: Meotto ha chiuso 26° mentre i ragazzi di Ledro ben oltre il 30°. Forse qualche regata in più fuori dal loro laghetto li aiuterebbe.
In quattro giorni abbiamo disputato solo sei prove, ma mentre nel resto dell'Italia snipstica (il centro nord, per intenderci) era autunno, a Bracciano abbiamo avuto una parvenza di estate e qualcosa abbiamo portato comunque a casa. L'anno prossimo ci torneremo, visto che è in programma il campionato italiano master e non voglio perdermi l'acqua calda, il vento non troppo forte, gli amici caciaroni, ma simpatici e sempre disponibili, e la miglior "cacio e pepe" d'Italia.
La classifica finale si trova qui.



Antonio Bari


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