..e così è finita..
sono da poco passate le 4 del mattino, e tutto questo lo metto assieme nel pozzetto di Vani Tè, che al momento fila via di bolina larga a più di sette nodi, spinta da una brezza fresca (in termini di temperatura) da levante.. non c'è molto da fare al momento.. il mare è praticamente deserto, la crisi ha fatto sparire pure i pescherecci, e di barche in giro non se ne vedono, se non una che è uscita da Punta Ala poco dopo di noi, e che va stranamente piano..
..da dove siamo si vedono perfettamente il faro di Talamone, il faro di Porto Santo Stefano, il faro del Giglio e quello della Grande tra le formiche di Grosseto.. praticamente siamo al centro di un compito di carteggio di un esame per la patente nautica.. in un braccio di mare di una bellezza a dir poco insopportabile, complice anche l'orizzonte, che comincia a rischiarare a est..
..finisce qui, dicevo, ma è cominciata altrove, al 28 di via amerigo vespucci, per l'esattezza.. Roma, ovviamente..Testaccio, per i forestieri.. dove mi ero recato una sera di qualche mese fa, e tra un'oliva ascolana e un fiore di zucchina scopro che si va a fare "Pasqua Vela".. cosa che in realtà sapevo già abbastanza, quello che scopro quella sera, aspettando la pizza, è che si vada a fare "Pasqua Vela" con velleità bellicose.. cosa che mi interdice un poco, un poco perchè sono abituato ad andare a regatare con in testa, quale miglior risultato atteso, il non prenderle fortissimo.. un altro poco perchè di PV ne ho fatte diverse, su barconi, barchini (j24), barcoidi.. e a parte quella sul j24, pretenziosa e basta, e una su un barcone dove si era talmente poco pretenziosi che si partiva con l'agnello in crosta nel forno (per altro strepitoso!).. pure nelle altre non è s'andasse proprio bellicosi.. e invece.. quando meno te lo aspetti, e a distanza di anni (diversi..)..
Per Porto Santo Stefano si parte pochi giorni dopo dalla appena detta pizza, Vani Tè è già lì, reduce da un finale di campionato invernale a Cala Galera da antologia (4 primi di fila), che ovviamente non fa che aumentare la "pressione".
Arrivo in banchina che è pomeriggio fatto, le regate cominciano all'indomani, dentro il porto pompa un NE allegramente sopra i 10m/sec, e si balla, visto a che a PSS il NE entra dritto.
Abbiamo ormeggiato di fianco un proto di 40' al debutto in regata, dicono sia velocissimo, vedremo, di certo l'estetica non è la sua dote principale, e nemmeno le manovre, visto che rientrando tirano sotto una trappa così bene da incasinare pure la nostra..
Usciamo che il sole ha cominciato a calare, i raggi obliqui danno un punto di fosforico al turchese dei marosi, uno spettacolo.. meno spettacolare il fatto che siamo ancora a ranghi ridotti, e fuori di metri al secondo ce ne sono significativamente più di dieci.. a occhio l'uscita sarà durata quindici minuti, incluso il tempo necessario a issare e ammainare la randa, che è quella buona.. anzi ottima.. non di meno due tre sgommate abbiamo modo di farcele.
All'indomani la pressione è salita ancora, è calato invece il vento, dovrebbero esserci le nostre condizioni, ma fatichiamo un po' ad ingranare.. alla fine riportiamo a casa due prove nettamente al di sotto delle aspettative (tipo un sesto e un quinto..).. abituato a regatare e a perdere, e a perdere male, se non peggio, sospetto di avvertire lo scoramento meno degli altri..
il problema è che il nostro "arcinemico" (che suona un po' come un vecchio "Topolino"), ossia la barca che ci ha rullati per 40" consegnandoci ad un epico secondo piazzamento over-all alla 151miglia del 2013.. ha infilato due primi di fila.. praticamente manca solo che entri il Coro e la tragedia è fatta!!
Per non farci mancare nulla, una volta rientrati, visto che ha mollato un po' aria, (ri)usciamo pure a tarare gli strumenti.. procedura alchemica che ignoravo e che ignoro tutt'ora, alla quale contribuisco limitandomi a stare al timone, a motore, andando dritto.. e devo dire che a fine sessione di taratura le mie riserve sulla così detta "elettronica" non è che siano poi tanto scemate..
..la mattina successiva il CdR ci fa uscire con uno sparo d'aria da SE a dir poco violento, sotto un cielo che minaccia pure peggio.
Il vento è talmente forte che squarcia le nuvole, e quando il sole passa incendia le secche davanti alla Giannella, mentre Talamone è sparita sotto una colata di piombo fuso che speriamo rimanga dove è.
Che non sia regatabile se ne è accorto anche il tipico gabbiano-cacatore di PPS, il Comitato invece.. ma c'è a chi va peggio: fanno uscire pure i J24!
noi andiamo via solo di randa.. e facciamo abbondantemente più di 10kt.. a un certo punto credo di leggerne addirittura 15.. ma mi sarò sbagliato sicuramente.. anche perchè non sto a dire che rogna sia cercare di evitare che la randa sbatta o che il boma finisca in acqua!
siccome ci piace "wild" tiriamo su pure il 4.. che è una roba in dacron-anti-carro.. e che si rivelerà fondamentale per ammainare la randa: ci si mette di bolina larga/traverso, col fiocco a segno.. e lo scarico di questi nel canale randa-fiocco è talmente forte che la randa viene giù di volata, praticamente senza sbattere.
non ci vuole molto che sul VHF alcuni cominciano a contestare la testardaggine del CdR.. il CdR ovviamente risponde piccato.. e dopo qualche minuto rimanda tutti dentro.. mettere un intelligenza a terra forse ne richiedeva troppa in effetti.
si sta lì ad aspettare qualche ora, con gli stralli cavi che sbattono istericamente quando le raffiche, giù dal canalone di PPS, si mettono ad esagerare.. e la giornata finirà così.. da un punto di vista velico.. mentre prosegue con un aperitivo in terrazza, a base di fave, pecorino e altre sostanze psicotrope..
verso le 18.30.. giunto il ferale momento del ricomporsi.. propongo di tirare il collo a un'ultima bottiglia di nero.. chiaramente si leva un coro di no, che "basta così".. e infatti non solo evaporerà quella, ma pure una successiva di Cannonau.. che notoriamente allunga la vita.. che 6 bottiglie in 11 persone è sicuramente meglio dello score attuale in acqua e magari è un punto di ripartenza!
Finalmente si torna tra le boe, il CdR ha annullato la "costierina" che di solito si fa a Pasqua, quindi la celebriamo con due prove, con pochissima aria, soprattutto l'ultima, che accorciano pure.. e quando tagliamo ci rendiamo conto di avere avanti solo 4 barche in reale.. diciamo che il sospetto c'è.. poi a terra ce lo confermano: sono due primi.. palla al centro.
L'ultima giornata si presenta ancora col cielo coperto e con uno scirocco-levante veramente strano.
La bolina è sx.. parte verso cui ci dirigiamo.. non prima di essere stati testimoni della quasi sublimazione del suddetto neo-proto da regata, che stava portando tutta la sua sedicente velocità mure a sx contro un X54 che risaliva mure a dritta.. fortunatamente non è successo nulla: il proto si è esibito in una virata di freno-a-mano ed ha evitato l'impatto con l'X, ma non la salva di stravaffa (che ci stava tutta).
Noi chiudiamo la prima prova nel gruppo di testa.. il che ci fa ben sperare.. mentre la seconda l'aria cala ancora: lo scirocco-levantato si ritira e la termica, che lì entra da NW.. anche se inizialmente arriva camminando lungo la costa dell'Argentario.. fatica ad infilarsi.. caso vuole che l'arrivo sia esattamente nel punto di mischione tra le due diverse brezza, ossia senza un filo d'aria!
Per arrivare se ne fanno di tutti i colori, compreso lo spi portato col ditino dentro la bugna.. mentre passiamo di fianco al detto X, che sembra pilonato sul fondale..
A dirci come sta andando c'è un barcone, 'na roba molto fighetta, scafo turchese e coperta in tek chiaro con fughe bianche, col quale ce la stiamo giocando.. che ci aspetta oltre l'arrivo.. stanno tutti guardando l'orologio.. tipo alla stazione in un giorno di sciopero dei treni.. noi tagliamo a forza di sospiri e quando tagliamo loro, sul barcone, sospirano più di noi.. è abbastanza chiaro come sia andata.. e a terra di nuovo la conferma: altri due primi, che fanno 4 in una riga, che fanno game, set, match.. e torneo: primi di Classe, e Buona Pasqua!
..lasciando PSS mi dico che Pasqua Vela, in versione corri&spara.. non è poi male.. anzi.. di sicuro alla Lunga Bolina nemmeno ci pensavo, anzi, praticamente ne ignoravo l'esistenza.. ignoranza durata poco, visto che qualche w.e. dopo eccoci là, a Riva di Traiano (Civitavecchia), dove in banchina si incontrano snipisti, e si mangia pasta all'arrabbiata, ascoltando skipper-meeting surreali: il CdR ha deciso di mettere una linea tra una boa (sgonfia) e la torre di controllo della marina.. e si taglia verso nord, qualsiasi vento ci sia.. il che, considerando che alla partenza ci sarà SW, significa una bella partenza in poppa, schiacciati tra la boa di partenza, la diga della marina e le secche oltre l'ingresso della stessa.. a volte non riesco a credere che certi CdR non siano frutto di anni di studi mirati..
..la flotta è numerosa, il vento poco: la termica sta mollando e rimane un'ondina fastidiosa, per giunta riflessa dalla diga della marina.. noi siamo al posto giusto al momento giusto, come dimostra il già citato proto, che ormai abbiamo verificato non solo essere brutto ma pure incapace di ripagarsi tutta 'sta gran velocità, il quale ci tira una sportellata che definire gratuita è poco.. fortuna che Mario è un signore e non si scompone più di tanto, pure se avrebbe avuto ragione di dirgliene di tutti i colori.
..appena partiti la flotta sfila tra le navi in rada.. è il tramonto, e quasi non ce ne siamo accorti.
qualcuno bordeggia verso nord, noi preferiamo andare per rotta.. che sarebbe tale se non ci fosse da dover girare attorno a Monte Argentario, la rotta infatti è: riva di traiano, formiche di grosseto (da lasciare a sx), Giglio (da lasciare a sx), formiche di grosseto (da lasciare a dritta) e ritorno a riva di traiano..
Fatto buio ci si incrocia di poppa, cercando di riconoscersi.. Giglio e Giannutri non si fanno attendere, mentre dal timone chiedono notizie dall'Olimpico.. ma sfiga vuole che l’unico dotato di connessione atta a erogare questo genere di dati sia un laziale..
..prima ancora di andare sui turni si comincia a distinguere l'Argentario.. e più a ovest una specie di enorme aureola di luce bianca.. che è il cadavere della Concordia..
La serata è mite, ma la stanchezza si sente, me ne vado a dormire non prima che Mario decida di strambare, salvo essere messo in minoranza e ristrambare subito, siamo nel canale tra Giglio e Argentario, la flotta è ancora compatta.. e entro qualche ora comincerà a fare chiaro.. e saranno dolori.
Torno in coperta e trovo la FDZ al timone, che va via liscia su un acqua artificialmente piatta, color malva (almeno credo fosse color malva): il sole ancora non è sorto, stiamo per doppiare le Formiche di Grosseto, con brezza da terra.. se ci fosse scritto sarebbe meno chiaro che si tratti di termica notturna.. il che vuol dire che appena salirà il sole.. non di meno, prima che ciò accada, riusciamo a incasinarci con un cavolo di Code Zero e a regalare qualche decina di metri a un inseguitore che rimarrà tale fino a riva di traiano, passando dalle 3 miglia ai 3 metri diverse volte, ma senza mai riuscire a incrociare davanti..
Facciamo appena in tempo a girare le Formiche che finisce tutto, Andrea al timone non sa che pesci prendere, noi nemmeno, salvo tirare su il wind-seeker e tirare via la cerata.
La mattina è calda, l'acqua molata, il calo è generale e diffuso: non si vede un refolo nemmeno verso il Giglio, dove i primi in reale, roba sopra i 60', giacciono immoti e dritti come cannolicchi..
Ci vorrà qualche ora perchè l'acqua si colori da NW.. noi ci andiamo praticamente a nuoto, agganciamo e su spi, verso il Giglio, a ponente del quale rinforza, seppur rimane qualche buco significativo.. al momento di girare l'Isola vengono utili le conoscenze tattiche dell'armatore, che da quelle parti viene regolarmente a farsi il bagnetto, così mettiamo su il genoa medio e giriamo il pizzo sud del Giglio a distanza buona per un "inchino".. praticamente passando sopra la secca asportata da quella merda di Schettino.
Nel canale tra Giglio e Argentario spara NW sui 7m/sec e man mano che si torna verso le Formiche aumenta pure, e alza mare.
Il bordeggio è nettamente verso Giglio Porto, se non ci fosse la Concordia ci sarebbe veramente da andare a raccogliere il rosmarino, noi siamo gli unici ad andare così dentro, e paga: il distacco sugli inseguitori, uscendo dal canale, è decisamente aumentato, merito anche di Vani Tè, che di bolina con ventone si trova molto più a suo agio dei suo inseguitori, tutti molto più "leggeri".
Alle Formiche il NW è ormai steso, il mare formato, si bolina sopra gli 8,5kt che è uno spettacolo.
Come scapoliamo diamo spi, comincia la discesa libera verso Riva di Traiano.
A terra, lungo la penisola, ci accompagna una sfilata di temporali, ma sembrano non arrivare a mare. Nel canale tra Giglio e Argentario, dove passiamo per la terza volta in 12 ore, spara un po' di più.. e dopo aumenta ancora, causa anche un groppo verso Montalto, dove si butta il nostro inseguitore, e stante il tracker sembra abbia ragione, almeno per qualche minuto, solo che i temporali sono carogne: quello che ti danno di solito se lo riprendono, e con gli interessi, e in maniera imprevedibile.. e infatti sotto si ritrovano senza aria e sono costretti ad uscire orzando, molto.. noi andiamo giù dritti, Mario ha un bel da fare alla mazza: Vani Tè, con tutta quell'aria, e con lo spi in testa, non è esattamente un osso facile..
Man mano che scendiamo la pressione cala, al traverso di Civitavecchia è rimasta praticamente solo l'onda, le previsioni sono chiarissime: chi non taglia l'arrivo per le 21.30.. massimo .. rischia di tagliarlo dopo mezzanotte, causa generale bonaccia su tutto il Tirreno centrale..
A occhio noi ci dovremmo stare dentro.. ma di poco, e una strambata sulla lay che si rivela essere giusto un miglio e spicci prima della lay (santa elettronica) ci complica un po' la vita.. non è che s'andasse guardando il cruscotto, eravamo tutti consapevoli che strambando non saremmo entrati a Riva di Traiano, bensì sulla stazione FS di Civitavecchia.. ma l'alternativa allo strambare era lanciare in mare il nostro amato navigatore, e poi ci sarebbe venuto lo scrupolo, ci saremmo fermati a ripescarlo.. insomma è stata una questione di "economia": meglio strambare, seppur troppo presto, e guadagnare sotto-vento e quindi comunque verso l'arrivo, che tirare dritti, verso la lay, e dover improvvisare un recupero-di-navigatore-a-mare!
La cosa più difficile, scopriamo di lì a brevissimo, è trovare la boa di arrivo: è ancora più sgonfia, essendo quella di partenza, e per renderla visibile contro la panoplia luminosa del litorale di Civitavecchia (che sembra una piccola Napoli), ci hanno messo su esattamente una di quelle fetide torcette strobo che affrescano i giubbotti salvaggenti.. macomediavolo?!?
Ad ogni modo la boa la vediamo, e tagliamo davanti all'inseguitore che nelle bavette si era rifatto dannatamente sotto, sbucando da largo, appena illuminato dalla città, con un che di spettrale.
A terra ci aspetta un piatto di pasta, un bicchiere di vino (la birra invece è extra.. e meno male che organizza il "Civcolo più vicco della Capitale!") e la classifica, che ci vede primi, over-all.. ovviamente non si festeggia.. è una provvisoria, ci sono ancora barche in regata che potrebbero farci lo scherzetto.. la suspence durerà fino a Roma: parcheggiando arriva l'sms tanto atteso, è fatta: risultato confermato.
Due giorni dopo ci si vede per la premiazione nella sede del detto Civcolo organizzatore.. non sto a dilungarmi, non amo le premiazioni, anzi mi stanno proprio sui coglioni, comprese quelle rarissime volte in cui venga coinvolto in prima persona.. questa però m'è piaciuta, lo devo ammettere, e non solo perchè meritatissima (vista la lista dei partecipanti) ma anche perchè proprio non gli è riuscito di dissimulare quanto gli bruciasse che il primo over-all non fosse uno dei diversi "bestioni" che correvano sotto le insegne del Civcolo stesso.. ‘sti porelli.
E poi è quella sera che scopro che il menù prevede ancora una portata: la 151!
La 151 è roba rognosa.
L'anno scorso abbiamo fatto secondo di Classe e secondo over-all.. saggezza vorrebbe che non abbia troppo senso tornarci, meglio andare a fare qualcos'altro, a costo di alzare l'asticella.. anzi: visto che qui si tratta di "dipendenza", aumentare il dosaggio è il minimo che si possa fare, e non è un mistero che pure io facessi parte della fronda che sussurrava d'andare alla Giraglia, anzichè tornare alla 151.. e non solo perchè la Giraglia non l'ho mai fatta.. è che come disse il Cekka quando vincemmo lo Zonale: una volta che l'hai vinto, che ci torni a fare?
In effetti però noi la 151 non l'avevamo vinta.. quindi ci siamo tornati.
'Sta volta le previsioni non prevedono, come l'anno scorso, il rinvio della partenza e la rimozione del percorso della Giraglia, quindi è percorso completo: Livorno, boa di disimpegno, Marina di Grosseto, Giraglia (Isola della..) a sx, Elba a sx, Formica Grande di quelle di Grosseto a sx, Scoglio dello Sparviero a dx, arrivo davanti la marina di P.ta Ala.. 151 miglia, per l'appunto..
Arriviamo a Marina di Pisa, dove è ormeggiata Vani Tè, la sera prima.. anzi arriviamo a Livorno, con un InterCity a prova di sciopero in prima classe che ciò nonostante costa la radice quadrata di un Freccia Rossa e si viaggia anche più comodi!
A Livorno ci raccolgono Marione e Stefano, Stefano è il navigatore, lo stesso che stavamo per filare in acqua davanti a Civitavecchia, e che per ragioni di "scatola nera" alla macchina rispetta pedissequamente i limiti di velocità, tanto che fare Livorno-Marina di Pisa ci mettiamo quasi quanto per fare da Roma a Orbetello (in treno..).. ma tanto non ci corre dietro nessuno.
In barca si dorme che è un amore, colpetto di Webasto (Vani Tè ha sempre con se il suo Webasto), e via.. in realtà siamo un po' tirati a poppa, le cime stridono forte.. ma non serve contare nemmeno fino a cinque: al terzo “GNEEEEK!!” si sente Marione saltare come un pop-corn fuori della cuccetta per andare a mollarsele a piacimento: Marione sull'ormeggio è leggerissimamente fissato, tipo lo scrivente sulla tensione del telo copri-barca.. per questo non posso che essere indulgente sulla questione!
La mattina abbiamo tempo di fare tutto il necessario: cambiare randa, steccare la qualunque, man mano arrivano tutti, colazione, un po' di spesa.. ci ammazza lo skipper meeting, che è a Livorno, e andare e tornare è un viaggio.
Quando usciamo la termica è entrata bella sparata. La marina di Marina di Pisa è un porticciolo nuovissimo, grazioso, e piccolo.. finalmente hanno capito che non sempre abbia senso fare marina da 2.500 posti barca che per andare al cesso devi fare due chilometri.. qui il marina è piccino e i cessi proprio non li hanno fatti, con buona pace dei poveracci del bar, che devono tenerne in ordine i servizi igienici.
Dicevo il posto non è male, se non fosse che si esce sulla foce dell'Arno, che se il Tevere non è più biondo da tempo, l'Arno sembra veramente la miniatura del Gange.
Fuori la giornata è splendida, appena usciamo incontriamo la boa di disimpegno che hanno già posizionato, la partenza è a Calambrone, pochissimo a nord di Livorno, quel tanto necessario a mettere una boa di bolina, verso ponente, "prima" della secca della Meloria!
La partenza è imbarazzante: ci sono 135 iscritti, un ottantina in IRC e i rimanenti in ORC..due partenze separate, quindi comunque un'ottantina di yacht sulla linea, che per farceli entrare tutti è lunga più di un miglio.
Roberto alla mazza va in giro a fare check al vento, che è per 276, la linea sembra dritta, solo che a volte entrano degli sbuffi d'aria da 266..
La flotta va per ammucchiarsi verso la barca.. ai cinque è evidente che Roberto abbia già in mente cosa fare: poggia e corre verso la boa, dove c'è decisamente meno traffico, dichiara che è un azzardo, ma un azzardo necessario.
Allo start tagliamo la linea a quasi 8kt di velocità, siamo praticamente quelli più a sx.. e lo saremo per non più di una decina di lunghezze.. perchè quando il vento torna a sx, Roberto vira quasi senza avvertire, e.. e ci ritroviamo in mezzo alla madre di tutte le partenze: mure a sx incrociamo davanti tutta la flotta: con dieci gradi di salto, e la linea così lunga, passiamo bene avanti a barche molto più grosse di noi.. e la flotta la tagliamo tutta, fin sulla poppa di Pendragon, che ci passa avanti mure a dx, seppur spaventosamente vicina.. Pendragon: 70 piedi da regata..
Alla boa di disimpegno siamo nel pacchetto di testa, giriamo verso Marina di Pisa che è un lasco stretto, sotto spi, e continuiamo a guadagnare qualcosa sugli inseguitori.
A Marina di Pisa abbiamo mantenuto la posizione, next stop Giraglia. La rotta, con quel vento, non prevede nulla se non andare dritti e il più velocemente possibile, Roberto però fa uno stocco che ci sta tutto: la rotta verso la Giraglia attraversa la flotta che sta arrivando dalla boa di disimpegno, il che vuol dire scie e aria sporca, senza contare i bestioni che corrono in ORC, che sono partiti 5' dopo, e che passeranno dalle nostre parti a breve.. cosa che infatti accade puntuale, ma grazie allo stocco passano sottovento, fumando.. prima B2, il TP52' con su De Angelis, che poi vincerà, seguito dopo un po' dal Cookson 50'.. che sta sempre più dritto degli altri, grazie alla chiglia basculante.
Mentre andiamo il cielo si copre e sale aria. Arrivati al traverso della Gorgona siamo abbastanza spesso attorno ai 10m/sec e l'onda comincia a formarsi.. considerando che non siamo ancora a metà strada con la Giraglia, la nottata si annuncia faticosa.. e bagnata.. nel mentre filiamo via a quasi 8kt di bolina larga, col navigatore che vuole una rotta più stretta e in pozzetto che preferiamo camminare.. facendo velocità spaventose, soprattutto considerando le onde!
A sera cominciano i turni, al temperatura è scesa abbastanza, il vento al contrario è salito.
Con la Gorgona ormai alle spalle e la Capraia che appare sotto forma di una macchia nera nell'altrimenti fiammeggiante volta celeste, l'anemometro da qualche puntatina a 12,5m/sec.. noi abbiamo su il fiocco medio.. siamo ben oltre il range, ma andiamo abbastanza larghi.. e facciamo tutti i vaghi, Mario compreso.. e sarà la scelta giusta.
E' da quelle parti che guardando verso prua appare il primo lampo.. è la Giraglia che dà segno di se.. dopo tanto, troppo tempo.
Ci vorranno ancora diverse ore, complicate da una mollana spaventosa che lascia onda di scaduta a poche miglia dal faro.
Da percorso dobbiamo passare tra faro e terra, dove c'è una barca a prendere un traguardo volante.. operazione resa complicata dalla scaduta e dalla corrente.. noi scivoliamo via in punta di piedi dopo una serie di virate abbastanza sbatacchiate sulle onde nella pressochè imminente bonaccia assoluta, passando su una batimetrica abbastanza bassa da farti sperare sempre che l'abbiano misurata con un passo non superiore ai 50cm tra uno scandaglio e l'altro..
appena scapoliamo sparisce l'onda.. subito dopo il vento.. quindi parolacce..
..la corrente ci porta con tutta calma verso sud, mentre i primi dietro di noi cominciano a doppiare.. dal tracker abbiamo una decina di barche in reale davanti.. considerando che diverse sono ORC.. c'è il serio rischio di essere primi IRC over-all.. che lì per lì è un pensiero confortante.. solo che poi, sopra quell'acqua così immota da riflettere le stelle, si compie il dramma.. arriva da terra una bavetta, appena sufficiente a increspare l'acqua, la si vede striarla nonostante le tenebre.. arriva da terra verso fuori, le previmeteo dicono di uscire di là il prima possibile, perchè il prossimo vento sarà una tramontanella che si stenderà tra Capraia e l'Elba, e non su quel lato del canale tra Capraia e Corsica.. noi abbiamo su il wind-seeker.. per giunta uno di quelli piccini, serve mettere su il leggero.. sarà stanchezza, sarà sfiga, sarà che a volte un battito d'ali d'una farfalla fa veramente fare il 40% alle Europee al PD.. fatto sta che:
1. buttiamo giù il wind-seeker prima di tirare su il genoa.. ci sta, usano praticamente la stessa drizza..
2. il genoa, buttato giù il w-s, non va su immediatamente, causa frappa (presunta) tra le drizze.. ci sta di meno, dovendo utilizzare la stessa drizza..
Sia come sia: quella pressione, che nel momento di maggior gloria non sarà arrivata a 6kt.. dura dieci minuti, forse cinque, forse un quarto d'ora.. non lo so.. e non è rilevante, quello che ha rilevato è che quando finalmente il genoa è andato a riva, il refolo, quasi come per dispetto, si è ritirato: noi fermi dove ci aveva trovato, gli altri che a mezzo miglio dietro di noi, si sono spostati di mezzo miglio verso la Capraia.. Li per lì, onestamente, non sembrava una cosa drammatica, sarebbe arrivato un altro refolo, no?
Eppure quando Mario è venuto a rilevarmi al timone, mentre faceva appena chiaro a levante, mi sono portato sottocoperta una frustrazione per l'accaduto apparentemente inspiegabile.. convinto come ero che fosse recuperabile.. l'accaduto..
La verità la scopro qualche ora dopo: quando torno in pozzetto Marione ha la faccia delle grandi occasioni, quella delle grandi grandi incazzature.. è mattina fatta, ancora non siamo all'Elba.. noi.. i due che avevano agganciato quel refolo poche ore prima invece l'hanno quasi passata: e una di quelle è proprio.. Aurora.. a pensarci Marione non è nemmeno nero abbastanza..
Di certo le previsioni erano corrette: la tramontanella è rientrata nella metà del canale tra Capraia e l'Elba, e noi eravamo nella metà sbagliata, impossibilitati troppo a lungo ad uscirne.. ora non rimane che inseguire..
La discesa lungo l'Elba è un tormento di bonacce, il wind-seeker tornerà su in diverse altre occasioni.. la tramontana spingerà tutto il giorno aria fresca che a contatto con l'umidità pre-esistente organizzerà un maxi-temporalone proprio sulla parte orientale dell'Elba, che incasinerà completamente il vento, oltre a farci infilare in fretta le cerate anche se poi cadranno 2 gocce, per le quali rischiamo la rosolia..
Il risultato è che gli sbuffi da nord ci spingono addosso gli inseguitori, ci raggiungono (gli sbuffi), e ci spingono fino alla successiva bonaccia, dove ci raggiungono (gli inseguitori), e così via da elastico per tutto il pomeriggio.. dulcis in fundo il temporale, prima di levarsi finalmente dai coglioni, ci complica ulteriormente la vita con uno sputo di termica (da 260°) che dopo un'ora è diventata maestrale.. e poi grecale..
Alle Formiche è ormai chiaro che siamo fottuti, i piccoli ci sono addosso, i grandi si sono allungati, è dalla Giraglia che pestiamo merde con una determinazione tafazziana, non se ne esce, e il tramonto fiammeggiante è una roba bellissima, tanto, ma poco aiuta..
Non però che per questo si molli. Dalle Formiche in poi riacchiappiamo un paio di barche, più grandi di noi, e le passiamo da sottovento.
C'è brezza da terra sui dieci nodi scarsi, con bei buchi, si va di bolina larga, le previmeteo danno pure un rinforzo all'altezza di Castiglione.. da non credere.. infatti non ci si crede, finchè un mezzo miglio sopravvento si sente baccano di spi che sbatte, forte, e ci passa davanti una barca praticamente imbizzarrita: noi in quel momento abbiamo 4kt di reale.. quelli ci sono passati via a quasi 10kt quasi incapaci di stare dritti.. non c'è tempo di chiedersi cosa stia succedendo che, con lo spi leggero su, ci troviamo nella medesima condizione!
La botta arriva senza chiedere permesso, e parte il rodeo. La scelta è tra il tenere su lo spi o tirare su il genoa e ammainare lo spi.. solo che in coperta c'è il leggero.. di sostituirlo col medio non se ne parla.. quindi.. quindi Marione è più risoluto che mai: meglio sfondare il leggero che l'albero, che in quel momento prende delle sberle non trascurabili dallo spi leggero armato in testa.. l'operazione è significativamente rapida, Vani Tè apprezza e ricambia decollando, infiliamo altre barche, prima che a un paio di miglia dallo Sparviero si ritorni a 5kt d'aria..
Siccome non è mai finita finchè non è finita, c'è ovviamente da bolinare dallo Sparviero al traguardo, cosa che facciamo con il solito fenomeno da circolo che avanza pretese di precedenza così surreali che nemmeno a certe zonali snipe.
Arriviamo a terra pochi istanti prima che la marina si ingolfi della flotta che dopo 151 miglia arriva compattissima.
Ci aspettiamo il peggio, e va peggio delle nostre aspettative: siamo secondi di Classe.. a due minuti scarsi.. dietro ad Aurora.
Ci ritroviamo in un bar aperto nel marina, nonostante la tarda ora, l'accoglienza non è luculiana come l'anno scorso, ma va bene così.. ci mettiamo un tiramisù di rinforzo, facendo una sorta di de-briefing.. mentre comincio a realizzare quanto tutto sia riconducibile a quei minuti di black-out dopo la Giraglia.. e riattacco per l’ennesima volta a ripassarmi il calendario..
La mattina dopo la passiamo a leccarci le ferite e a sistemare la barca, in attesa degli aggiornamenti della provvisoria, che ci vedrà 19esimi over-all e confermati 2di di Classe.. le 18 barche davanti sono tutte in 2h e mezza.. considerate più di 6h lasciate per mare con su il wind-seeker.. ce ne è di che mangiarsi le mani..
La giornata passa così, poi arriva sera, la festona dell'evento, anche questa decisamente sottotono rispetto ai buffet dell'anno scorso, anche se il proscenio è sempre splendido.. e poi quest’anno non c’è Pippone Baudo, che toglie al tutto quel vago aroma di formalina.
Premiati per il secondo posto, il grosso dell'equipaggio prende la via di casa, noi ci ritroviamo in banchina indecisi sul da farsi.. quindi si decide di partire.. non è l'una e mezza che abbiamo tirato su la randa, appena fuori dello Sparviero si va a vela, veloci e in rotta, puntando dritti verso la Via Lattea, verso l’Argentario.. che se fosse per me, non andrebbe doppiato mai.
Ora la stagione è finita: brevissima, intensa, zeppa di risultati, e di soddisfazioni ancora più grandi.. se me lo avessero detto quella sera a Testaccio non ci avrei creduto, mai!.. e avrei firmato per molto meno!
Certo un poco d’amaro rimane.. e va bene così: abbiamo provato come si fa, e come non si fa, per il resto possiamo stare tranquilli: qualsiasi cosa accadrà, avremo sempre la Giraglia ad aspettarci..
..e tanto basta.
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